27 giugno 1812, la battaglia di Laigueglia.

di Felice Schivo.

Il 27 giugno ricorre il bicentenario dello sbarco inglese a Laigueglia avvenuto nella notte tra il 26 ed il 27 giugno del 1812. Laigueglia, come tutta la Liguria era stata annessa all'Impero Francese sin dal 1805, dopo che la gloriosa Repubblica Aristocratica di Genova, sostituita dal 1797 dalla Repubblica Democratica Ligure di stampo francese, fu appunto accorpata all'Impero napoleonico.

Laigueglia cittadina francese si ritrovò così in guerra con l'Impero Inglese, le sue navi e tutti i corsari a lui asserviti: i traffici marittimi non furono più sicuri e peggior sorte toccò alle città e alle altre località costiere che furono soggette a ripetuti attacchi e cannoneggiamenti.

In quegli anni, nonostante il traffico marittimo per i motivi sopra descritti fosse in calo, si vedeva a Laigueglia un traffico marittimo superiore alle 2.000 unità all'anno. Per questo la nostra baia, anche a causa della sua posizione geografica sulla direttiva Genova-Marsiglia-Barcellona era soggetta a diverse scorrerie.

Dopo un primo attacco il 2 settembre 1799 fortunatamente respinto dalle nostre batterie di difesa, per alcuni anni gli inglesi non si fecero vedere, ma dal 1806 gli attacchi divennero regolari e numerosi. In particolare nel 1808 furiosi cannoneggiamenti causarono molti danni alle case, ma gli attacchi inglesi vennero sempre respinti.

Arriviamo così all'infausto 1812, preceduto il 10 maggio dal primo sbarco costiero avvenuto tra Laigueglia e Alassio. I Royal Marines dopo aver messo a tacere la batteria di difesa di san Michele, vicino all'Oratorio della Madonna di Porto Salvo, si dirigono verso Laigueglia e dopo aver inchiodato i cannoni della batteria della Concezione riescono a depredare le navi che erano alla fonda davanti alle case, ben 16 vascelli, i quali vengono successivamente affondati. Fortunatamente non si devono contare vittime, ma solo 9 feriti lievi, mentre gli inglesi perdono una lancia con 11 morti. La popolazione è però scioccata, si sente ormai alla mercè di ogni attacco, nuovi rinforzi vengono inviati dai francesi nella riviera ligure.

La nostra difesa era affidata alla Guardia Nazionale, la quale veniva radunata quando necessitava dal Sindaco Badarò. Composta da riservisti “volontari” nei primi anni del 1800 contava su 480 militi, ma con soli 80 fucili. Riordinata dopo il 1808 comprendeva gli uomini realmenti abili alle armi compresi tra i 20 e i 60 anni, formando una forza attiva di un centinaio di uomini armati perlopiù con fucili da caccia, (è da considerarsi che la maggior parte o era al servizio stesso della Marineria Francese o imbarcato su velieri commerciali). Le batterie di difesa erano poste da levante a ponente presso l'Oratorio della Concezione, il Bastione di Levante, l'Oratorio di san Sebastiano e su Capo Mele presso il santuario della Madonna delle Penne. Inoltre era presente in paese una guarnigione del 52° Reggimento di fanteria di linea composta da 40 uomini al comando del sottotenente Benjamin Garnier che sarà protagonista della battaglia del 27 giugno 1812.

Grazie al diario ufficiale del Sindaco Dott. Badarò nella relazione per il Prefetto del nostro dipartimento di Cairo Montenotte, integrato da ricerche negli ultimi mesi in Francia e negli archivi inglesi presenti su internet, possiamo ricostruire fedelmente i fatti di quelle giornate:

“Già al mattino del 26 giugno viene avvistato un convoglio inglese composto da 4 navi. Dalla “storia navale della Gran Bretagna” volume VI sappiamo la sua composizione: nave ammiraglia il “Leviathan” al comando del Capitano Campbell, già protagonista a Trafalgar a fianco di Nelson come terza nave. Agli ordine del “Leviathan” del capitano Patrick Campbell, la nave “Impérieuse” del capitano Duncan, la fregata a 36 cannoni da 18 libbre “Curacoa” del capitano John Tower e il brigantino-corvetta “Eclair” sotto il comando del Capitano John Bellamy. Tenendosi fuori dalla portata dei cannoni delle nostre batterie, pattugliavano la baia, quando verso mezzogiorno, due delle loro navi si diressero verso Capo Mele e spararono quindi alcune cannonate  e tiri di obici verso la nuova strada costiera in costruzione e il telegrafo posto sulla sommità, senza fare danni. Dopo mezzogiorno il convoglio  inglese si avvicinò ancora di più a Laigueglia e in prossimità di essa fece scendere in acqua 4 lance armate, le quali fecero osservazioni sul golfo e scandagliarono il fondo, probabilmente per studiare e preparare uno sbarco.

In quel momento vi erano all'ancora di fronte a Laigueglia 10 bastimenti, di cui 3 con ricco carico.

Il Sindaco Badarò avvertì immediatamente il Sotto Prefetto e i Sindaci di Andora e Alassio per chiedergli aiuto in caso di tentativo di sbarco nemico come vi erano tutti i presentimenti. Il Capo Battaglione, comandante la prima suddivisione, spedì subito un rinforzo di 80 uomini della fanteria di linea sotto il comando del Capitano Delize,  i quali si unirono agli uomini del 52° reggimento di fanteria di linea di stanza a Laigueglia sotto il comando del sottotenente B. Garnier.

Il Sindaco Badarò radunò la Guardia Nazionale che rispose con entusiasmo alla chiamata. Furono dispiegati sul bastione e su 3 diversi livelli di terrazze (fasce coltivate ad olive, non essendoci allora altre costruzioni in loco) , tra il bastione stesso e la batteria di difesa vicina all'oratorio della Concezione.

Il Sindaco di Andora spedì 60 uomini della Guardia Nazionale di Andora che furono disloccati su Capo Mele, con ordine di avanzare in caso di attacco. Rimaneva un manipolo di soldati presso la batteria di difesa della “muerte” presso l'Oratorio delle Penne sempre su Capo Mele con l'ordine di sorvegliare i movimenti della flotta nemica.

Il Capitano Delize giunto a Laigueglia prese il comando e incominciò a dislocare i suoi uomini sia sul bastione che nelle varie terrazze in rinforzo ai militi della Guardia Nazionale. Quindi spedì il sottotenente Garnier al comando di un corpo avanzato verso l'Oratorio di Porto Salvo al confine con il comune di Alassio. Un altro corpo avanzato fu destinato all'entrata del paese lato ponente ai piedi di Capo Mele.

Dodici uomini al comando dello stesso Capitano Delize presero posto presso la batteria di difesa della Concezione e il resto dei suoi uomini direttamente nell'Oratorio della Concezione la quale oltre che a fungere già da caserma per il 52° reggimento era adatto per la difesa, come testimoniano ancora adesso le feritoie per i fucili che si trovano nella sacrestia.

Così dispiegati tutti gli uomini, calava la notte ed inghiottiva le paure sia dei Laiguegliesi che dei soldati francesi ignari della sorte che li attendeva. Nello stesso momento gli ufficiali inglesi preparavano la tattica d'attacco sulla nave ammiraglia “Leviathan”. Svanito chiaramente l'effetto sorpresa gli Inglesi pensarono a torto di ripetere la fortunata sortita del 10 maggio dello stesso anno, dove nonostante la strenua difesa dei francesi, riuscirono a portare via tutte le navi ancorate nella nostra baia. Ignoravano però che lo stesso Napoleone era stato avvisato dell'attacco a Laigueglia ed Alassio del 10 maggio 1812 che aveva comportato la razzia di ben 16 vascelli e l'affondamento di altri due e l'impresa di Cap Roux (dipartimento del Var) con la perdita di altre 15 navi. Napoleone il 28 maggio, da Dresda in Germania dove si trovava, ordinò l'invio nelle Riviere di una delle 5 mezze brigate provvisorie formate ad Alessandria coi quinti battaglioni.

Sono le 02:30 della notte l'Eclair posto di fronte al bastione di Laigueglia incomincia a cannoneggiare, la notte viene rischiarata dal bagliore di fuoco della nave inglese e delle batterie di difesa, nello stesso istante le navi Curacoa ed Imperieuse si misero di fronte alla batteria San Michele di Alassio e ben presto la misero a tacere dopo che la stessa non riuscì che a sparare pochi colpi. Dalla Leviathan scesero sulle lance 200 uomini al comando del capitano dei Royal Marines J. Owen che sbarcarono indisturbati tra Alassio e Laigueglia. Scesi a spiaggia si impossessarono della batteria di San Michele e ivi inchiodarono i cannoni. Seguì subito dopo un nuovo sbarco  di altri 200 uomini questa volta a ponente dell'Oratorio di Porto Salvo a metà strada con l'Oratorio della Concezione. Uniti alle forze del primo sbarco si diressero verso Laigueglia: nonostante la resistenza che opponeva l'avanguardia del valoroso Garnier, il quale con i suoi pochi soldati fu obbligato a ripiegare sempre combattendo verso l'Oratorio della Concezione. Nel frattempo la nostra batteria di difesa faceva un fuoco continuo sia contro le navi che erano venute in aiuto dell'Eclair, sia contro le forze di fanteria che stavano avanzando da Alassio. Alla fine si conteranno ben 40 cannonate e il lancio di 3 bombe.

Gli Inglesi, passato l'Oratorio di Porto Salvo, si divisero in due colonne, una proseguì direttamente lungo la spiaggia, mentre l'altra colonna si diresse verso il paese tra gli ulivi. Quest’ultimi presero alle spalle la guarnigione del sottotenente Garnier all'altezza dell'Oratorio della Concezione e sfondarono la linea di difesa dei cannonieri che vi erano a difesa comandati dal sergente Cantalupo, il quale con i suoi uomini, esattamente 6 soldati di fanteria, un caporale e due militi della guardia nazionale, si ritirava strategicamente nella retrostante collina.

Alle ore 03:30 il valoroso Garnier, con la sciabola in mano, attorniato dai suoi uomini, armati i fucili con le baionette affrontava il preponderante numero dei nemici inglesi, circa 300 uomini, essendo gli altri rimasti a guardia vicino all'Oratorio di Porto Salvo.

La Guardia Nazionale  contrattaccò verso la Concezione, supportata anche dal continuo fuoco fatto dalle varie terrazze.

Gli inglesi una volta impossessatesi della batteria di difesa e messi a tacere i cannoni furono messi in fuga dalla reazione dei francesi del 52° reggimento di linea e dalla Guardia Nazionale. Ritiratisi sulle lance ritornavano alle navi in rada, le quali continuavano a cannoneggiare il paese. Erano ormai le 05:30 del mattino: le condizioni meteo-marine erano cambiate. Il continuo sparare delle nostre batterie non diede tempo alle navi inglesi di issare a bordo le lance, le quali furono in tutta fretta trainate al largo fuori dalla portata dei cannoni.

Fu la Guardia Nazionale la prima a rientrare nell'Oratorio della Concezione  e qui l'amara sorpresa di trovare riverso a terra morto il valoroso sottotenente Garnier con la spada in mano a fianco del suo soldato J.Burle anche lui morto nell'eroica difesa di Laigueglia.

Gli inglesi andavano via senza neanche aver depredato un solo battello, i quali erano già stati privati delle vele e timoni proprio perchè non potessero navigare, seguiti dai colpi di cannone delle nostre batterie.

Il cordoglio per la morte di Garnier fu molto sentito a Laigueglia, era talmente amato e benvoluto che l'arciprete di san Matteo ben volentieri concesse l'onore, dopo il solenne funerale, che fosse inumato in san Matteo dove ancora adesso riposa.

Le vittime da parte francese furono appunto due, il sottotenente B.Garnier e il soldato J.Burle oltre a 7 soldati feriti e 15 prigionieri  (ad Alassio 11 feriti e 13 prigionieri), inoltre il Sindaco Badarò stima in un centinaio le vittime inglesi. Qui ci viene in soccorso il giornale inglese “London Gazette” nella sezione “intelligence from the London Gazette” in data 11 agosto 1812.

Viene pubblicata una lettera del capitano Campbell del Leviathan all'Ammiragliato a Londra nella persona dell'Ammiraglio Sir Edward Pellew, comandante in capo delle operazioni nel Mediterraneo, dove viene descritta la battaglia.

Qui apprendiamo che c'erano 18 navi alla fonda a Laigueglia, che il nemico sbarcherà appunto a levante di Laigueglia al confine con Alassio e che furono affrontati da 500 nemici (francesi e laiguegliesi) il triplo delle loro forze.

Gli inglesi coraggiosamente attaccarono alla baionetta avanzando sino alla batteria di fuoco (si riferisce alla Concezione) prendendola e mettendo a tacere i cannoni, ma poi la battaglia volse a favore dei francesi e gli inglesi furono costretti a ritirarsi e velocemente a rimbarcarsi.

Secondo la fonte inglese le perdite francesi furono di 20 uomini uccisi, di due ufficiali e 14 prigionieri, nessuno francese.

Le perdite degli inglesi furono di 9 morti e 31 feriti. La sola nave “Eclair” non ebbe ne morti ne feriti. Come si evince entrambe le parti nei loro comunicati ufficiali esagerarono nel conteggio delle perdite inflitte al nemico. Quindi incrociando i dati possiamo dedurre con ampio margine di sicurezza che le perdite francesi furono 2 (Garnier Benjamin nato a Vezenobre, dipartimento del Gard nel 1783, arruolatosi volontario e arrivato sino al grado di sottotenente, decorato della Legione d'Onore e Burle Joseph Pascal nato ad Aix nel 1792 coscritto di leva del 1812, morirà a Laigueglia ventenne dopo soli 3 mesi dall'arruolamento) 7 soldati feriti e 14/15 prigionieri laiguegliesi, mentre le perdite inglesi è da ritenersi la fonte inglese più corretta che elenca in 9 morti e 33 feriti tra gravi e lievi. Il Badarò termina il suo rapporto per il Prefetto lamentando la mancanza di rinforzi inviati da Alassio e che la Guardia Nazionale mandata da Andora e posizionata a Capo Mele, al primo colpo di cannone sparì lasciando soli gli ufficiali.

Si calcolò che il solo bastione fu fatto oggetto di 40 cannonate e che sul paese si riversarono ben 1200 cannonate e colpi di obice che fecero molto danno al paese. Molti di questi proiettili furono raccolti per essere poi rivenduti alle fonderie di Calizzano.

Il Ministro degli Interni francesi, informato dal Prefetto, nel complimentarsi con il Sindaco per l'eroica resistenza della città di Laigueglia, informandolo che lo stesso Imperatore ne era stato avvisato, concedette sussidi e qualche indennità per i danni e le perdite avute.

Questo tragico episodio fu anche l'ultimo che vide protagonista la nostra cittadina: probabilmente gli Inglesi visto la forte resistenza si avviarono verso città più facilmente attaccabili. L'ultima volta che si videro navi Inglesi nella nostra baia fu nel mese di agosto delle stesso anno, passarono solamente senza esserci scontri a fuoco.

 

Sottotenente Benjamin Garnier

 

Così lo ricorda don Sebastiano Badarò nelle sue memorie del 1875: “e qui mi cade in acconcio di rendere un tributo di onore, e di omaggio alla memoria dell'Esimio Sig.Garnier, comandante quelle poche truppe Francesi che erano a Laigueglia, e che alloggiavano in quell'Oratorio[1], onestissima, anzi ottima persona assai stimata e ben veduta nel paese. Sorpreso e soverchiato in quell'Oratorio dal soperchiante numero dei nemici, combattè eroicamente sino all'ultimo, e invitato ad arrendersi, nol volle in alcun modo, e fedele alla sua bandiera, colla spada alla mano, incontrò forte ed impavido la morte sul campo dell'onore, proprio sotto il volto dell'atrio di quella Chiesa”.

Benjiamin Garnier nacque il 7 febbraio 1783 a Vezénobre, dipartimento del Gard. Le origini del cognome Garnier sono Provenzali. Troviamo infatti già importanti membri di tale famiglia nel 1415, principalmente nella cittadina di Manosque e a Javie. Gli altri rami sono rimasti di origine più modesta, artigiani o contadini, che hanno portato il cognome sino ai nostri giorni.

Arruolatosi volontario giovanissimo all'età di 20 anni il 6 luglio del 1802 nel 52° Reggimento di fanteria di linea, vi rimarrà sino alla morte arrivando sino al grado di sotto-tenente.

Questo è il suo stato di servizio come apprendiamo dalla documentazione tenuta presso l'archivio militare del Service Historique de la Défense presso Parigi:

ñ     Arruolatosi volontario                 il 6 luglio 1802

ñ     Caporale                                      il 24 settembre 1803

ñ     Fourier                                         il  9 gennaio 1804

ñ     Sergente                                       il 15 dicembre 1805

ñ     Sergente maggiore                       il 19 luglio 1806

ñ     Insignito della Legione d'Onore  il 14 luglio 1809

ñ     Sotto-Tenente                               il 12 settembre 1809

ñ     Muore valorosamente                  il 27 giugno 1812

 

ha partecipato alle seguenti Campagne militari: nel 1804 Campagna d'Italia, nel 1806,1807 1808 Armata di Napoli in Calabria, nel 1809 in Italia, Germania e Ungheria , quindi gli viene assegnato il Comando della guarnigione del 52° Reggimento di stanza a Laigueglia. Protagonista di vari episodi armati a difesa di Laigueglia nel corso dei tre anni trascorsi in Liguria, trova la morte il 27 giugno 1812 durante un tentativo di sbarco inglese a Laigueglia. Amato e benvoluto dalla popolazione, la quale parteciperà in massa ai funerali solenni tenuti dal nostro Arciprete Garassino nella chiesa parrocchiale di san Matteo, dove verrà tumulato con tutti gli onori a riposare insieme a generazioni di laiguegliesi, lui che ha dato la sua giovane vita per difendere la città.

 

Joseph Pascal Burle

 

Nato l'8 aprile 1792 ad Aix-en Provence ed ivi residente, dipartimento di Bouch du Rhone, da Roche Burle e Anne Gerre.

Il cognome Burle lo troviamo già presente a fine del 1300 ad Aix ed esattamente nel 1379 la Regina Giovanna concede le sue lettere nobiliari a Gautier Burle di Aix. I suoi discendenti si divideranno in due rami, uno ad Aix e un altro si propagherà per tutta la provenza. E' quindi da ritenersi che le origini del nostro Burle, nativo di Aix faccia risalire le sue origini da quel lontano Gautier Burle.

Così viene descritto fisicamente nel suo libretto d'arruolamento: Alto 1,55 mt., viso ovale, fronte rotonda, occhi grigi, naso e bocca normali, mento rotondo, capelli e ciglia biondi, segni particolari: viso pallido. Professione: coltivatore.

Arruolato nei coscritti del 1812 in quanto iscritto nella lista militare del cantone d'Aix al numero 13, giunto al corpo il 14 marzo 1812, 1° battaglione 2° compagnia del 52° Reggimento di fanteria di linea in qualità di fuciliere. Troverà la tragica morte dopo soli 3 mesi per mano degli Inglesi nella battaglia di Laigueglia del 27 giugno 1812 presso la batteria di difesa della Chiesa della Concezione, combattendo fianco a fianco del suo comandante Tenente Benjamin Garnier. Il suo funerale fu officiato dal parroco Arciprete Garassino e molto probabilmente inumato nell'ossario della chiesa parrocchiale di san Matteo. Così nel libro dei defunti, il giorno 27 giugno annota il parroco: “è morto un soldato gallico di nome Joseph Pascal Burle di Bartolomeo Rocco e Anna Gerre del dipartimento di Aix, ossia Bouch du Rhone.

 

Bibliografia:

 

Archivio Parrocchiale di Laigueglia presso Archivio Curia Vescovile di Alberga

A.Maglione: Vent’anni di Storia del paese di Laigueglia

S.Badarò: Memorie su Laigueglia per un povero derelitto vecchio dello stesso paese

A.Celant Marino: Laigueglia, due secoli di vita cittadina (1603-1808)

Archivio del Service Historique de la Défense

Archivio del Centre de Accueil et de Recherches des Archives Nationales

Archivio comunale di Aix-en-Provence e il Journal de l'Empire

Royal Naval Biography, Naval history of Great Britain, London Gazette



 

 



[1]    Si riferisce all'Oratorio della Concezione.

 

Disegno della battaglia, realizzato dal cartografo ufficiale di bordo della nave ammiraglia Hms Leviathan.

 

 

A fianco l'insegna del reggimento.